Milano, via Monte Napoleone.
Ultimamente vi potrà capitare di vedere molte ragazze cinesi entrare nei negozi di abbigliamento di alta moda. Sono eleganti e ben truccate. Sono clienti normali? Non proprio... anche se comprano, cosa si cela dietro ai loro acquisti?
Vogliono copiare i modelli? No. Ultimamente vi potrà capitare di vedere molte ragazze cinesi entrare nei negozi di abbigliamento di alta moda. Sono eleganti e ben truccate. Sono clienti normali? Non proprio... anche se comprano, cosa si cela dietro ai loro acquisti?
Comprano per loro? No.
Acquistano per ricche clienti cinesi e prendono una percentuale sugli acquisti.
Ecco come agiscono: una volta entrate nella boutique scelgono 10/12 abiti e vanno in camerino. Ad ogni prova d'abito si scattano un selfie, senza tralasciare di fotografare le targhette prezzo e le etichette originali (che riportano marchio e composizione). Finita l'operazione, dopo aver indossato tutti i capi, inviano tutto via Wechat (Wēixìn)
alla cliente cinese che ha dato loro il compito di fare da buyer così la signora riceverà tutte le foto e le info direttamente sul telefono standosene comodamente in Cina. Se la ricca cinese non dovesse essere contenta delle scelte colore o del modello, si passa ad altre prove: altri modelli, altri colori, finchè non si troverà il capo giusto o i capi giusti, perchè gli acquisti possono essere anche multipli. Quando la ragazza cinese "buyer" riceve l'ok all'acquisto da parte della cliente in Cina, inizia la trattativa tra le 2 cinesi: al prezzo originale del capo, supponiamo 1200 euro, andrà aggiunto
il «servizio» e i costi di spedizione, il totale sarà di 1340 euro, di cui 100 alla buyer di Milano e 40 di spedizione. Dov'è l'affare? La buyer guadagna 100 euro e la ricca cliente cinese risparmia notevolmente rispetto a quanto avrebbe dovuto sborsare in Cina, all'incirca il 40%. Per concludere l'acquisto la cliente invia subito l'accredito alla buyer che si trova in Italia e così la ragazza può acquistare il capo in negozio. Dovrà soltanto fare un pacco e spedirlo in Cina: voilà, il gioco è fatto.
Questo
meccanismo ricorda molto quello delle aste di lusso, in cui il vero
compratore non è mai presente ma ha un suo interlocutore che opera per
lui nelle sale d'asta. Avrete senz'altro visto, anche nelle scene di
film famosi, questi interlocutori che parlano al telefono col
compratore.
In
pratica la "compratrice" cinese, è una personal shopper di nuovo tipo:
compra direttamente quello che vuole la cliente, lo fa al posto suo e la
fa risparmiare.
Se
poi la "buyer" cinese dovesse essere fermata da qualcuno che vuole
chiederle spiegazioni può sempre dire che sta facendo un acquisto per
conto di una sua amica.
Questo
business sta crescendo e non solo a Milano. L'età media di questi buyer
è dai 25 ai 35 anni e per molti è ormai un lavoro full-time.
Il
successo di quest'iniziativa è dato non solo dal risparmio ma anche dal
fatto che molti capi "desiderati" dalle cinesi ricche, in Cina non sono
disponibili. Magari la cliente cinese ha visto il capo su un'edizone di
Vogue Italia o Francia o Uk ed ha inviato le foto del capo desiderato
alla buyer... è un pò come quando si va dal parrucchiere con la foto del
taglio che si desidera.Alcuni buyer sono ormai diventati famosi ed accreditati per la loro serietà ed hanno aperto un loro negozio online su Taobao, che è il nostro ebay in edizione orientale. Il pagamento avviene tramite Alipay, il nostro Paypal in versione cinese.
E questo perchè ormai la foto dell'indossato l'hanno fatta e potrebbe essere che altre clienti desiderino quel capo e possano essere interessate all'acquisto.... come ottimizzare il tempo e ricavare il massimo...hai capito le cinesi ?